Oggetto: proposta di intervento da realizzarsi nella scuola, finalizzato all’applicazione di tecniche per la prevenzione del comportamento aggressivo e la promozione di comportamenti socialmente corretti.
La sintesi del lavoro svolto dai partecipanti: le reazioni dei ragazzi sono state tante e diverse tra loro.
Mi hanno riferito a fine attività svariate emozioni, che riporto qui per voi: “… strano …strano stare in silenzio …angosciante …liberatorio …strano ma bello …piacevole …rilassante”.
Per me: un pomeriggio impegnativo ma una bellissima esperienza, ripetuta il mattino dopo con i genitori.
L’Associazione Cranio-Sacrale Upledger Italia (per brevità: Upledger), con sede a Trieste, unica rappresentante autorizzata in Italia dalla casa madre americana (Upledger Institute International Inc – USA) e ad essa affiliata, forma operatori e terapisti nelle metodiche denominate “Tecnica Cranio-Sacrale” (CST) e Rilascio Somato-Emozionale (SER®) e raccoglie le esperienze di più di vent’anni di attività degli operatori dell’Upledger in Italia.
Scopo dell’ Upledger Italia è di diffondere la Tecnica Cranio-Sacrale (Cranio-Sacrale Therapy), ideata dal dr. John E. Upledger e già consolidatasi negli Stati Uniti quale tecnica funzionale al ripristino di un corretto funzionamento dell’organismo e dell’attivazione del sistema auto-correttivo, insito in ogni persona.
Tra gli interessi dell’Associazione Cranio-Sacrale Upledger Italia, vi è lo studio e l’approfondimento circa il progetto “Compassionate Touch” (Tocco Compassionevole).
Questo progetto è stato realizzato per la prima volta dallo stesso Dott. John E. Upledger in alcune scuole materne ed elementari del Wisconsin e volto ad incrementare gli atteggiamenti positivi e solleciti verso il prossimo diminuendo, al contempo, la percentuale d’approcci aggressivi e disturbanti.
È dunque intenzione dell’ Upledger Italia proporre di poter condurre un’esperienza anche nel nostro territorio (a seguito della sperimentazione già realizzata nel Comune di Roma) per poter diffondere le metodiche usate nel Compassionate Touch come uno strumento pratico di interrelazione sociale, già in età infantile, per la prevenzione al bullismo e ai comportamenti socialmente scorretti.
Nella nostra società altamente tecnologica per molti ragazzi è difficile riuscire ad instaurare quelle relazioni interpersonali tra coetanei, quei rapporti sociali basati sull’amicizia e sullo scambio alla pari che, un tempo, caratterizzavano la quotidianità di ogni bambino. Prima della rapidissima diffusione dei mezzi di comunicazione tecnologici e del dilagare di giochi e forme di intrattenimento elettronici, i ragazzi avevano effettivamente molte più occasioni di stare insieme e sviluppare così non solo l’abilità di relazionare, ma anche l’autostima.
Allo stesso tempo poteva crescere e svilupparsi nei giovani anche quel sentimento naturale di compassione e rispetto per tutti gli altri esseri viventi che oggi sembra dimenticato.
È stato osservato come i neonati e i lattanti sembrino avere una capacità di compassione, intesa nel senso di capacità di avvertire e condividere la sofferenza altrui, fin dal momento della nascita.
È noto, infatti, che neonati e bambini molto piccoli avvertono immediatamente la sofferenza o il disagio delle persone che si avvicinano loro e la esprimono piangendo a loro volta, “per simpatia”.
Il significato di “compassione” è infatti: “sentimento di partecipazione sentita e sofferta per dolore e stati d’animo connessi ad una persona”.
Questa capacità istintiva di “sentire il dolore altrui” merita di essere coltivata, diventando un antidoto alla violenza. Infatti le manifestazioni di violenza e aggressività sono inversamente proporzionali alla presenza di un sentimento di empatia e compassione.
Inoltre quando si sa di poter essere validamente di aiuto agli altri, ci si sente maggiormente considerati e crescono l’autostima e la fiducia in se stessi.
I bambini a cui è stato insegnato il compassionate touch e che sono stati incoraggiati a metterlo in pratica proficuamente, si sentono utili al prossimo e sviluppano al contempo un maggior senso di appartenenza alla comunità sociale e migliori relazioni interpersonali.
Il tipo di tocco a cui si fa riferimento, pone le sue fondamenta nel tocco della Terapia Cranio-Sacrale che si allaccia ai concetti formulati in fisica quantistica (Max Planck- quanto: particella elementare costituente elettricità e materia) che si propone di indagare e studiare la realtà nel campo dell’infinitamente piccolo.
La fisica dei quanti ha dimostrato, negli ultimi 90 anni di ricerche, che le onde sono particelle e le particelle sono onde (De Broglie – premio Nobel 1929 dimostrò la natura ondulatoria dell’elettrone.
Lo stesso Einstein postulava in E=mc2 che la materia fosse un aspetto dell’energia).
Secondo questi concetti l’essere umano è costituito di materia ed energia, indissolubilmente legate tra loro e trasformabili una nell’altra.
Ogni cellula del nostro organismo emette e può ricevere segnali frequenziali e tutte le cellule sono in continua ed istantanea comunicazione fra loro e si scambiano messaggi elettromagnetici con precisi effetti biologici.
Ne consegue una stretta connessione tra gli aspetti più “energetici” (emozioni, pensieri…) e quelli più “materiali e concreti” (cellule, organi, tessuti,…): emozioni quali rabbia, gioia, paura vibrando hanno effetti sul nostro organismo modificandone le frequenze emesse, modificando perciò il corpo stesso.
Il Compassionate Touch è un progetto ideato e realizzato in primis dal Dott. John Upledger e si ricollega al tocco della Terapia Cranio-Sacrale. Questo è un approccio di “medicina manuale” che, agendo sul Sistema Cranio-Sacrale (sistema fisiologico-funzionale costituito dalle meningi, dal liquido cefalo-rachidiano e da tutte le strutture ad esse collegate), si propone di riequilibrare le funzioni dell’organismo stimolandone i meccanismi auto-correttivi che la natura ha progettato.
Il progetto, che non ha una finalità terapeutica, consiste nell’insegnare ai bambini ad usare le proprie mani come veicolo per convogliare energia positiva su un punto dolente o critico del corpo. (Istintivamente, infatti, è cosa comune quando ci facciamo male, portare la mano nella zona del dolore e premere o sfregare l’area traumatizzata).
La tecnica di invio dell’energia si basa sulla premessa che tutti gli esseri umani sono in grado di generare, trasmettere e immagazzinare nel proprio corpo energie di tipo elettrico/elettromagnetico.
L’energia di cui si parla è di tipo biolelettrico, quantificabile grazie a strumenti scientifici di precisione che ne rilevano la resistenza (in ohm), il potenziale (in millivolt).
L’applicazione del Compassionate Touch è estremamente semplice.
I bambini vengono invitati a identificare un compagno in difficoltà, successivamente viene chiesto il permesso di poter usare le mani benefiche e, solo dopo che questo sia stato accordato, si comincia l’ esperienza.
I bambini imparano ad usare entrambe le mani, posizionandole correttamente una da un lato e l’altra dal lato opposto del punto del corpo individuato e ad inviare mentalmente energia positiva al compagno.
Nel corso delle esperienze già avvenute, quando è stato loro richiesto di fare qualche esempio di questa energia, i bambini hanno sfoderato tutta la loro creatività immaginando di inviare regali, arcobaleni, giochi con i delfini, torte e gelati, sorrisi.
Infine, come incoraggiamento ad aiutarsi reciprocamente e a sentirsi gratificati per la loro bontà d’animo e buona disposizione verso il prossimo, gli insegnanti hanno preparato una bacheca riservata alle mani benefiche.