Estratto da: “Gli Atti del Convegno” pubblicati a seguito del “1° CONVEGNO NAZIONALE DI TERAPIA CRANIO SACRALE”; organizzato dall’Accademia Cranio Sacrale Metodo Upledger, nell’anno 2005 in Italia, in collaborazione con l’Upledger Institute USA e la partecipazione del Dott. John E. Upledger.
Segue la trascrizione della relazione proposta al Convegno dalla Dott.ssa Maria Patrizia Orlando – Medico Cirurgo, Medico Omeopata (S.A.M.O), Medico Ricercatore in Audiologia all’Università La Sapienza di Roma.
Sono un medico multidisciplinare, nel senso che sono ricercatore in otorinolaringoiatria presso l’Università La Sapienza di Roma, ma come percorso parallelo ho sempre studiato l’omeopatia e faccio parte della SAMO, ovvero la prima scuola omeopatica italiana con a capo il Prof. Antonio Negro. La cranio-sacrale è stata per me un trait d’union tra queste due discipline. Era ciò che mi mancava per raggiungere l’espressione di una medicina che ho definito (anche in maniera polemica) “convenzionale o non convenzionale”: perché per me la medicina è una; ed è un’arte. Lo era ai tempi di Ippocrate e lo è tutt’ora.
Con l’allora Associazione Upledger Foundation e insieme al Comune di Roma abbiamo potuto portare il Tocco Compassionevole nelle scuole di Roma. Assieme a tutti gli autori di questo progetto abbiamo proposto la locandina di Tocco Compassionevole in sei scuole del Comune di Roma, in particolare a quelle delle borgate romane, in cui si registra il livello più alto di bullismo.
Abbiamo avuto l’opportunità di entrare in un’istituzione, cosa che non è affatto semplice, ma soprattutto abbiamo potuto entrare con una tecnica sconosciuta ai più.
Abbiamo avuto notevoli difficoltà pregiudiziali, soprattutto da parte dei genitori più che degli insegnanti, anche se questo può sembrare strano.
Abbiamo tradotto in italiano il questionario sulle capacità di socializzazione dei bambini datoci da John Upledger: comprendeva tutti i dati relativi agli insegnanti, che dovevano compilare il questionari, mostrando il livello di socializzazione dei bambini, i comportamenti problematici in classe, la capacità di apprendimento e abbiamo potuto fare questo lavoro grazie alla dott.sa Pamela Pantano, una dei pochi politici illuminati, forse perché anche lei è omeopata.
La stampa ci ha dedicato una prima pagina che annunciava il nostro inizio nelle scuole di Roma.
Una delle tante cose belle di questa iniziativa, è che Upledger usava una sigla musicale per iniziare il suo lavoro con i bambini, sigla difficilissima da tradurre per riproporla in Italia. Abbiamo quindi inventato un testo e una sigla italiana, di cui vi riportiamo il testo, e con cui iniziavamo il nostro intervento.
Con il cuore nelle mani
sarò nel tuo domani
Come il sole sta alla terra
così sarò per te
Come l’acqua spegne il fuoco
sarà come giocare
E la luna per noi risplenderà
e così sarà
Il mio cuore nelle mani
messaggio senza pari
Come un grande arcobaleno
sognerà per te
Il tuo cuore nelle mani
è musica per me
Sarà un ponte che ci avvicinerà
e pace sarà.
Abbiamo testato ben 350 bambini e i bambini ci hanno accolti in modo strabiliante. Il nostro contatto con loro era settimanale e all’inizio eravamo una ventina di terapisti cranio-sacrali in classe.
Il lavoro è durato da febbraio a giugno e i bambini ci raccontavano se avevano dei dolori, cosa succedeva nella classe, soprattutto. Siamo ormai un popolo multirazziale e quindi nelle classi, soprattutto in quelle elementari, ci sono delle differenze etniche che spesso generano delle aggressività notevoli.
Il bullismo è in aumento, la tolleranza è inesistente.
In molte scuole siamo stati accolti come i salvatori mentre in altre ci siamo scontrati con una forte diffidenza, soprattutto nelle scuole del centro di Roma. La cosa ci ha sorpreso, perché pensavamo che il bullismo si riscontrasse maggiormente in periferia, mentre ci siamo accorti che ormai è presente ovunque.
Una volta iniziato il lavoro, nel susseguirsi delle varie sessioni, i bambini avevano imparato talmente bene la sigla iniziale che era entrata nelle loro anime, nel loro cuore.
Assieme alla sigla abbiamo preparato dei cartellini con cui iniziavamo l’approccio con il bambino, lo davamo ad ogni bambino in modo che se lo potesse attaccare al vestito: il nostro cartellino era molto importante, era un segno identificativo.
Avevamo scelto solo le seconde elementari e quindi per loro questo cartellino era motivo di sentirsi parte di un altro gruppo, di una situazione diversa, e lo indossavano sempre, anche quando noi non c’eravamo.
Abbiamo fatto talmente tanto scalpore, che il Venerdì di Repubblica ha dedicato tre pagine a noi e alla tecnica cranio-sacrale.
I bambini durante questa loro esperienza, hanno cambiato addirittura il loro comportamento: molti di loro, che erano inizialmente molto aggressivi, poco alla volta si sono trasformati e avevano voglia di collaborare con gli altri bambini e, all’interno delle classi in cui c’erano dei bambini portatori di handicap – che di solito vengono isolati – abbiamo assistito a un coinvolgimento totale e a una netta ripresa dei rapporti con questi bambini che manifestavano disagio e, in particolare, con un bambino autistico.
Durante la loro esperienza di Tocco Compassionevole, i bambini esprimevano la loro esperienza anche scrivendo e disegnando. A volte i testi erano uniti alle immagini e non solo. Il testo scritto da alcuni bambini, che ora vi riporto, è molto toccante per me, perché riprende l’inizio della sigla “Con il cuore nelle mani” ed assieme alle impronte colorate delle mani di quei bambini, Agnese scrive: “Il cuore nelle tue mani”. Francesca riprende: “Il cuore vuole bene a tutti” e si firma anche dietro e riprende la canzone.
Questa invece è un’idea di Diego Maggio, molto carina, sperimentata su due bambini: siccome uno dei due bambini accusava dolore alla caviglia, all’altro viene suggerito di fare un V spread, inviando energia e quindi pensiero positivo per migliorare la condizione momentanea del bambino dolorante.
Noi facevamo dei sit-in al centro del quale ogni volta mettevamo qualcuno che stava male o era particolarmente depresso e una delle bambine che vi partecipava, Lidia, ha creato un disegno proprio su questa parte della pratica.
Un bambino una volta ci ha raccontato che a casa la madre aveva mal di testa, perciò lui ha applicato alla mamma la stessa tecnica che ha visto fare in classe appoggiandole le mani sulla testa e così la madre è nettamente migliorata.
Un altro disegno invece rappresentava il pensiero positivo con la mamma, perché i bambini, infatti, riproponevano anche a casa ciò che apprendevano in classe. I disegni a volte erano la rappresentazione di un pensiero positivo: uno dei bambini ha rappresentato un delfino, perché a quel bambino piacevano moltissimo i delfini, perciò questo diventava il suo pensiero positivo.
Volevo chiudere la fase di Tocco Compassionevole che riguarda il disegno creativo – intesa come sintesi espressiva della percezione del messaggio ricevuto dai bambini – con la descrizione di un disegno che rappresenta al meglio l’idea che, come sappiamo, per i bambini è facile fare pace: un bambino ha disegnato una colomba che porta il ramoscello di pace ad un cagnolino, il cagnolino lo passa al gatto e il gatto al topo. A dimostrazione che può proprio succedere di tutto.
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